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Ansia Sociale e Paura di Parlare in Pubblico

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SKILLED...è molto importante leggere questa introduzione al fine di capire come è possibile ridurre l'Ansia Sociale e la Paura di Parlare in Pubblico ed il Potenziamento delle Competenze Sociali  tramite la Realtà virtuale!   tempo di lettura 5 min


Scenari Presenti: colloquio di lavoro, colloquio attitudinale, improvvisazione, alfabetizzazione emotiva, public speaking, aula scolastica.

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LA REALTA' VIRTUALE  (RV) è un sistema di visualizzazione tridimensionale (3D) interattivo che, attraverso un visore, permette all’utente di calarsi in un ambiente virtuale realistico. Viene scientificamente intesa come un ambiente complesso costituito da un’interfaccia grafica immersiva, interattiva e tridimensionale. Per le sue caratteristiche la RV consente di sperimentare il cosiddetto senso di presenza infatti l’utente si sente dentro l’esperienza e, attraverso specifici comandi, può interagire con la scena in cui si trova. Mentre il senso di immersione si riferisce al grado di stimolazione che coinvolge il sistema sensoriale e motorio - e dipende dalla qualità delle immagini e dal realismo dell’esperienza - il senso di presenza si rifà all’impressione del soggetto di sentirsi parte di un ambiente. Il senso di presenza non dipende dall’ambiente fisico reale (la stanza in cui ci si trova quando si indossa il visore) ma dai processi percettivi, emotivi e cognitivi ad esso associati. L’esperienza dell’utente che utilizza la RV è una “illusione percettiva di non mediazione” (Mraz et al., 2003; Hoffman et al., 2003; Lombard & Jones, 2006), più semplicemente descrivibile come la sensazione di “essere lì” dentro lo spazio virtuale (Steuer, 1992), “in un mondo che esiste al di fuori di noi” (Riva e Waterworth, 2004). La presenza è una sensazione psicologica complessa che si può ricondurre al livello di realismo psicologico che un soggetto esperisce dall'interazione con il mondo virtuale, e nella coerenza della sua evoluzione rispetto alle aspettative ed alle previsioni. Tale forma di coinvolgimento permette all’utente di non avere percezione del medium che la sta creando, e di rispondere alle stimolazioni ‘come se’ il medium non ci fosse. Allo stesso modo, il livello del realismo psicologico corrisponde al grado di aspettativa che l'utente ha degli stimoli e dell'esperienza. Affinché l’utente si senta realmente presente nello scenario ricreato al computer, è importante che quest’ultimo risponda alle sue aspettative: la presenza è il risultato della capacità di mettere in atto le proprie intenzioni.


REALTÀ VIRTUALE E SALUTE MENTALE

Tali caratteristiche della tecnologia hanno dimostrato una particolare rilevanza per lo studio, la valutazione e la formazione del comportamento. I VE (Virtual Environment) possono infatti invocare gli stessi moduli cognitivi ed emotivi dell'esperienza reale equivalente. Ne sono la prova gli studi che dimostrano come il sistema nervoso autonomo, che è in particolare deputato alla funzione cardiovascolare, al tono muscolare, all’attività del SN centrale e periferico e alle reazioni di lotta o fuga, induce reazioni corporee simili a quelle suscitate dal mondo reale anche se la persona si trova in un ambiente virtuale. Diversi studi hanno infatti osservato come situazioni virtuali, ad esempio

esposizione a oggetti fobici virtuali, sono in grado di indurre variazioni di:

• frequenza cardiaca

• conduttanza cutanea

• temperatura periferica

L’esperienza cognitiva ed emozionale che fornisce la RV consente al paziente di passare da osservatore a protagonista dell’esperienza. Ne deriva un elevato grado di validità ecologica che avvicina le situazioni terapeutiche e riabilitative a quelle del mondo reale. Attraverso la RV è possibile proporre al paziente delle situazioni corrispondenti alla realtà che egli potrà esperire in modo autentico, grazie al coinvolgimento di tutti i canali senso-motori. Secondo diverse teorie neuropsicologiche (Damasio, 1999) l’interazione dei sensi con la RV può generare input che, raggiungendo la neocorteccia, facilitano la modificazione di determinate associazioni cognitive. Nonostante le potenzialità e l’interesse di psichiatri, psicologi e psicoterapeuti nell’uso della RV sul piano terapico, i limiti ed i costi della tecnologia sono stati superati solo negli ultimi anni. Il 2016 è stato in particolare l’anno della prima grande vendita di hardware finalizzato alla RV.

Si stima che entro il 2025 i “caschi” RV diverranno la nuova tecnologia di massa.

La RV è al centro di numerosi e recenti studi che ne dimostrano l’efficacia nei seguenti quadri clinici:

a. Disturbi d’Ansia, si vedano Walshe, et al., 2003; Andrews et al., 2003: Gorini e Riva, 2008;

b. Fobie Specifiche, si vedano Moore et al., 2005; Botella et al., 2005, 2006; PTSD, si vedano Rizzo et al., 2010; Lake, 2015;

c. Disturbi Ossessivi Compulsivi, si vedano Kwanguk et al., 2009;

d. Abuso di Sostanze, si vedano Lee et al., 2004, 2007; Moon et al., 2009;

e. Disturbi dell’Alimentazione, si vedano Riva et al., 1999, 2001; Alcañiz et al., 2000;

f. Disturbi della Sessualità, si veda Optale et al., 2004;

g. Schizofrenia, si vedano Deegan, 1996; Ku et al., 2003, 2004, 2006; Astur et al., 2004; Hunter; 2004; Baker et al., 2006; Tabar, 2007; Kuipers et al., 2006; Brown, 2008; La Paglia et al., 2013.

La RV si è tuttavia rivelata un ottimo alleato anche nell’ambito dell’empowerment personale. In particolare, recenti studi ne hanno visto l’efficacia per il trattamento dell’ansia sociale, nonchè per il potenziamento di competenze sociali quali comunicazione assertiva, alfabetizzazione emotiva, public speaking, gestione dello stress e molto altro.

A dimostrarne l’efficacia, alcuni recenti studi:

a. Ansia sociale, si vedano Horigome et al., 2020; Wong et al., 2023; Chesham et al., 2018;

b. Potenziamento delle social skills, si vedano Gaggioli, 2009; Politis et al.; 2019; Papoutsi et al., 2021;

c. Comunicazione assertiva, si vedano Malheiros, 2022; Shorey et al., 2020; McGinn et al., 2018;

d. Alfabetizzazione emotiva, si vedano Colombo et al., 2021; Yuan & Ip, 2018; Somarathna et al., 2022;

e. Public Speaking, si vedano Poeschi et al., 2017; Notaro et al., 2021; Bachmann et al., 2023;

f. Gestione dello stress, si vedano Pallavicini et al., 2016; Soyka et al., 2016; Soh et al., 2021.

Nei prossimi paragrafi verrà approfondito il ruolo della RV nell’implementazione di ciascuno dei

suddetti costrutti e nel trattamento dell’ansia sociale.


TRATTAMENTO DELL’ ANSIA SOCIALE NELLA TCC

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) rappresenta un approccio terapeutico efficace nel trattamento dell'ansia sociale, poiché si concentra sui pensieri, sulle emozioni e sui comportamenti che contribuiscono e mantengono il disturbo (Pallavicini & Bouchard et al., 2019). L'ansia sociale spesso emerge in contesti di interazione sociale o di performance, dove le persone temono il giudizio degli altri o si sentono inadeguate. La TCC aiuta i pazienti a identificare e sfidare i pensieri distorti e le credenze negative che alimentano l'ansia sociale, insegnando loro nuove abilità di adattamento e migliorando la gestione delle emozioni. L'applicazione della realtà virtuale (RV) nella TCC per l'ansia sociale offre un contesto sicuro e controllato per l'esposizione graduale agli stimoli temuti. La RV consente inoltre ai terapeuti di creare ambienti virtuali realistici che simulano situazioni sociali o di performance, permettendo ai pazienti di sperimentare e affrontare le loro paure in un ambiente controllato e sicuro.

Questo tipo di esposizione virtuale consente ai pazienti di affrontare progressivamente le loro paure, aumentando la loro tolleranza e riducendo l'ansia nel mondo reale. L’esposizione si è infatti dimostrata superiore anche ad altre tipologie di intervento quali le tecniche di

rilassamento, quelle di esposizione immaginativa e la sola Terapia Cognitiva (Wolitzky-Taylor et al., 2008). Essa prevede infatti una ripetuta esperienza dello stimolo attivante, in maniera volontaria e controllata, in modo tale da permettere alla persona di apprendere in modo diretto che le conseguenze temute non si verificano, e che questi è in grado di tollerare l’ansia che l’esposizione al suddetto stimolo

comporta (Hood & Antony, 2012). Per la realizzazione di un trattamento basato sull’esposizione, è necessario in primo luogo arrivare ad una definizione e misurazione del problema del paziente. In seguito, sarà necessario individuare gli obiettivi comportamentali del trattamento e, su queste basi, definire gli interventi necessari. Tramite l’integrazione della RV alle tecniche appartenenti alla TCC, quali la ristrutturazione cognitiva e lo sviluppo di strategie di coping volte a massimizzare i risultati del trattamento, sarà dunque possibile organizzare sessioni virtuali all’interno delle quali i terapeuti potranno guidare i pazienti nel riconoscere e nell’affrontare pensieri distorti che emergono durante le simulazioni sociali stesse, incoraggiando strategie di coping più efficaci e funzionali.

Un ulteriore fondamento teorico alla base di questo approccio, risiede nella teoria sociale cognitiva di Bandura, secondo la quale  l'autoefficacia svolge un ruolo centrale nel determinare il comportamento e l'adattamento psicologico delle persone (Bandura, 1996).

Posto che l'autoefficacia si riferisce alla fiducia di una persona nelle proprie capacità di affrontare con successo situazioni specifiche e di raggiungere obiettivi desiderati, nel contesto del trattamento dell'ansia sociale, l'utilizzo della realtà virtuale può contribuire a migliorare la percezione di sé e l'autostima dei pazienti attraverso l'esperienza diretta di successo nelle situazioni temute (Botella et al., 2017).

La possibilità di affrontare con successo le sfide sociali e di performance all'interno di un ambiente virtuale può aumentare la fiducia dei pazienti nelle proprie capacità di gestire efficacemente le situazioni stressanti nella vita reale (Blanco & Botella, 2017). Pertanto, l'integrazione della realtà virtuale nella terapia cognitivo-comportamentale per l'ansia sociale non solo fornisce un'opportunità per affrontare direttamente le paure sociali, ma anche per promuovere un senso di autoefficacia e autostima, facilitando così il processo di guarigione e adattamento. In sintesi, l'applicazione della realtà virtuale nella terapia cognitivo-comportamentale per l'ansia sociale offre un approccio innovativo ed efficace per affrontare le sfide legate alla paura delle interazioni sociali e delle performance. Integrando l'esposizione virtuale con la ristrutturazione cognitiva e le abilità di coping, la RV offre un ambiente terapeutico potente e personalizzato per affrontare e superare l'ansia sociale, migliorando così la qualità della vita dei pazienti e supportando l’empowerment personale di skills quali la comunicazione assertiva, l’alfabetizzazione emotiva ed il public speaking.


VRET E TRATTAMENTO DELL’ANSIA SOCIALE: STUDI DI EFFICACIA E MODALITÀ DI IMPIEGO

La terapia cognitivo-comportamentale (TCC) per i disturbi d'ansia, basata sull'esposizione, è stata integrata con successo con l'utilizzo della realtà virtuale (RV) negli ultimi anni. In particolare, la Virtual Reality Exposure Therapy (VRET) si è dimostrata un'opzione terapeutica efficace per il trattamento dell'ansia sociale (Gega, 2017). É noto infatti come l’esposizione immaginativa non si sia dimostrata ugualmente efficace per tutti: ci sono persone che riferiscono difficoltà nell’immaginare le situazioni ansiogene temute in maniera realistica. Per tutti questi soggetti, la VRET può rappresentare un’utile alternativa (Wiederhol et al., 2002). Un ulteriore vantaggio della VRET consiste nel fatto che è spesso percepita come meno minacciosa dell’esposizione in vivo: l’esposizione in vivo infatti deve confrontarsi con i drop- out che si verificano con quei pazienti che valutano troppo impegnativo e spaventante esporsi direttamente allo stimolo ansiogeno (Garcìa-Palacios et al., 2007). La consapevolezza della componente ‘simulazione’ dell’esperienza, oltre che la percezione di "gamificazione’ della seduta, possono avere un effetto positivo in questo senso. Questo approccio consente ai pazienti di essere esposti alla situazione ansiogena all'interno di un ambiente virtuale controllato e protetto, consentendo al terapeuta di gestire l'esperienza in modo più diretto e flessibile (Maples-Keller et al., 2017). La VRET offre numerosi vantaggi, tra cui la possibilità di condurre l'esposizione direttamente nello studio del terapeuta, fornendo un ambiente confortevole e sicuro per il paziente. Inoltre, il terapeuta ha un maggiore controllo sull'andamento dell'esposizione e può personalizzarla in base alle esigenze specifiche del singolo paziente. La ripetibilità garantita dall'esposizione è un elemento chiave della VRET, sia per la possibilità di affrontare più volte lo stimolo ansiogeno, favorendo il processo di desensibilizzazione, sia, conseguentemente, per la possibilità di aumentare il proprio senso di autoefficacia in seguito ai ripetuti successi ottenuti. L'integrazione della realtà virtuale alla terapia cognitivo-comportamentale per l'ansia sociale rappresenta dunque un'innovativa e promettente modalità di intervento che offre numerosi vantaggi sia per i pazienti che per i terapeuti.

Per quanto riguarda le modalità di impiego, dalla letteratura emergono due approcci correlati:

a. Il primo riguarda l’utilizzo integrato della TCC alla realtà virtuale per il trattamento dell'ansia sociale: questo approccio sfrutta l'ambiente simulato della RV per esporre i pazienti a situazioni sociali che causano ansia nella vita reale, consentendo loro di praticare abilità sociali e di gestione dell'ansia in un ambiente controllato e sicuro. Questo approccio si basa su principi di esposizione e desensibilizzazione, che sono pilastri della terapia cognitivo-comportamentale (TCC). A riprova della sua efficacia, uno studio significativo condotto da Anderson et al. (2013), che sottolineava come, utilizzando la RV per simulare varie situazioni sociali, come feste o incontri di lavoro, i partecipanti hanno potuto affrontare le loro paure in un ambiente controllato. Questo studio ha evidenziato un miglioramento significativo nei sintomi di ansia sociale dopo il trattamento;

b. Il secondo approccio, maggiormente orientato all’ottica dell’empowerment, riguarda l’utilizzo della RV per l'allenamento delle abilità sociali, che si concentra sull'insegnare ai pazienti competenze pratiche per gestire efficacemente le interazioni sociali. La RV offre infatti un ambiente interattivo e immersivo all’interno del quale è possibile mettere in pratica ed esercitare queste abilità in modo realistico.

A conferma di quanto appena riportato, uno studio condotto da Riva et al. (2009), il quale ha esaminato l'efficacia di un programma di allenamento delle abilità sociali basato sull’utilizzo di scenari di RV, riportando miglioramenti significativi nelle capacità sociali e, indirettamente, nella riduzione dell'ansia sociale.

Un aspetto interessante per entrambi gli approcci sopracitati, riguarda la modalità entro la quale la VR può essere utilizzata per fornire feedback in tempo reale ed incoraggiamento positivo durante le simulazioni sociali, migliorando l'efficacia dell'intervento. Uno studio condotto da Maples-Keller et al. (2017) ha evidenziato il ruolo cruciale del feedback durante la terapia basata sulla RV per l'ansia sociale, mostrando che un feedback accurato e tempestivo può migliorare l'apprendimento e la generalizzazione delle abilità acquisite. A riprova di questo, gli studi di Bandura in merito al costrutto dell’autoefficacia. La teoria dell'autoefficacia di Bandura fornisce infatti un quadro utile per comprendere come l'esperienza di successo in situazioni virtuali possa influenzare il senso di autoefficacia di una persona e, di conseguenza, contribuire al trattamento dell'ansia sociale mediante la creazione di appositi scenari di realtà virtuale. Secondo questo paradigma, il senso di autoefficacia rappresenta la convinzione di una persona riguardo alla propria capacità di raggiungere con successo determinati obiettivi o di affrontare efficacemente determinate situazioni sfidanti. L'esperienza diretta di successo è uno dei principali determinanti del senso di autoefficacia, infatti quando una persona sperimenta il successo in una determinata attività o situazione, tende ad aumentare la fiducia nelle proprie capacità. Nel contesto della terapia basata sulla realtà virtuale per l'ansia sociale, le esperienze positive vissute durante le simulazioni virtuali possono aumentare il senso di autoefficacia dei pazienti. Ad esempio, se un individuo con ansia sociale partecipa ad una simulazione virtuale di una situazione sociale temuta e riesce a gestire con successo l'interazione senza provare eccessiva ansia o disagio, questa esperienza può rafforzare la sua convinzione nella propria capacità di affrontare situazioni sociali nella vita reale. Inoltre, la realtà virtuale offre un ambiente controllato e sicuro in cui i pazienti possono praticare abilità sociali e sperimentare il successo senza il timore delle conseguenze negative che potrebbero verificarsi nella vita reale. Questo ciclo di successo e rinforzo positivo contribuisce a consolidare il senso di autoefficacia dei pazienti, aumentando la loro fiducia nel gestire efficacemente le situazioni sociali. La creazione di scenari di realtà virtuale a supporto di un’esposizione graduale e della pratica di abilità sociali, oltre a rafforzare il senso di autoefficacia attraverso l'esperienza di successo virtuale, evidenzia l'importanza di considerare i processi cognitivi e motivazionali nell'ambito della terapia psicologica basata sulla RV.


IL VALORE AGGIUNTO DELLA VIRTUAL REALITY EXPOSURE THERAPY

L’esposizione virtuale consente dunque di:

• simulare uno scenario complesso, strutturato e difficilmente

riproducibile, ammortizzando tempi e costi dell’intervento;

• superare le frequenti resistenze del paziente ad esporsi all’esperienza in vivo;

• regolare e graduare l’intensità ed il percorso di esposizione in base al livello di disagio percepito dal paziente;

• garantire le condizioni di sicurezza, intenzionalità e programmabilità richieste dal protocollo utilizzato;

• ripetere il ciclo di esposizioni potenzialmente all’infinito, fino a completa remissione ed estinzione della risposta d’ansia o al raggiungimento di un grado di tollerabilità della stessa funzionale per il paziente;

• sviluppare l’apprendimento di tecniche di rilassamento e gestione delle situazioni ansiogene che siano facilmente replicabili in qualsiasi contesto della vita sociale e relazionale;

• favorire la modificazione di credenze disfunzionali legate ai vissuti di ansia e alla percezione di pericolo e catastroficità, in direzione di un nuovo stile cognitivo e di possibilità di accettazione e convivenza con i propri pensieri e le proprie sensazioni

corporee, quali essi siano.

In Skilled VR il paziente avrà la possibilità di sperimentarsi in situazioni che tipicamente inducono ansia sociale o inducono la persona a sperimentare una bassa efficacia nella comunicazione. All’interno di ciascuno scenario il paziente potrà dunque affrontare i propri limiti fino ad una significativa riduzione o all’estinzione della risposta allo stimolo ansiogeno.


SKILLED VR: FINALITÀ E OBIETTIVI SPECIFICI

L’esperienza virtuale di Skilled VR, si pone due obiettivi fondamentali:

1. Il primo obiettivo consiste nel combattere l’ansia sociale tramite l’utilizzo integrato della TCC e della RV, offrendo una soluzione terapeutica innovativa come la VRET. Questo metodo permette di esporre i pazienti a situazioni sociali ansiogene all’interno di un ambiente virtuale sicuro e controllato, facilitando la gestione dell'ansia in scenari realistici, privi delle minacce percepite nel mondo reale.

La ripetizione controllata di tali esposizioni aiuta i pazienti a desensibilizzarsi gradualmente alle situazioni temute, migliorando significativamente i sintomi di ansia sociale e aumentandone il senso di autoefficacia.

2. Il secondo obiettivo riguarda l’uso della RV per il potenziamento di competenze sociali quali comunicazione assertiva, alfabetizzazione emotiva, public speaking e gestione dello stress. Attraverso scenari interattivi, ambienti utili alla simulazione, i pazienti possono infatti imparare e praticare abilità sociali essenziali.

A sostegno di entrambi gli obiettivi, vi sono studi come quello di Riva et al. (2009), che confermano che i partecipanti mostrano miglioramenti significativi nelle competenze sociali dopo aver utilizzato scenari di RV, riducendo efficacemente la propria ansia sociale. Questa pratica continua, insieme al rafforzamento del senso di autoefficacia derivante dal successo nelle simulazioni, aiuta i pazienti a guadagnare fiducia nelle loro capacità di gestire situazioni sociali nella vita quotidiana.


L’ App Skilled  si articola in 6 ambienti.

Gli scenari rappresentano nello specifico:

1) colloquio di lavoro

2) colloquio attitudinale

3) improvvisazione

4) alfabetizzazione emotiva

5) public speaking

6) aula scolastica 


i 6 ambienti si articolano in diversi steps, ciascuno dei quali è stimolo-crescente e, come tale, via via sempre più attivante. Rimane sempre la possibilità del paziente in qualsiasi istante di decidere il modo in cui continuare ad essere esposto allo stimolo.


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